Metrocle di Maronea

Dal fallimento alla filosofia cinica

Metrocle di Maronea (IV-III secolo a.C.) fu un filosofo cinico, fratello della più famosa Ipparchia. Nato a Maronea in Tracia, inizialmente studiò presso la scuola peripatetica di Teofrasto, per poi convertirsi al cinismo sotto l'influenza di Cratete di Tebe, che in seguito divenne suo cognato sposando sua sorella Ipparchia.

"Metrocle, dopo un iniziale fallimento come retore, bruciò i suoi scritti e si convertì alla filosofia cinica."
- Diogene Laerzio, Vite dei filosofi

La sua conversione al cinismo avvenne dopo un umiliante incidente durante una performance retorica, quando si lasciò sfuggire un peto e cadde in depressione. Cratete lo aiutò a superare la vergogna insegnandogli a disprezzare le convenzioni sociali.

330 a.C.
Nascita di Metrocle a Maronea
310 a.C.
Studi presso Teofrasto al Liceo
305 a.C.
Conversione al cinismo grazie a Cratete
300 a.C.
Matrimonio di sua sorella Ipparchia con Cratete
280 a.C.
Morte di Metrocle

1. L'Incidente

Durante un discorso pubblico, Metrocle si lasciò sfuggire un peto e, sopraffatto dalla vergogna, si rinchiuse in casa decidendo di lasciarsi morire di fame.

2. L'Intervento di Cratete

Cratete venne a trovarlo e, per dimostrare l'insignificanza dell'accaduto, mangiò delle fave (notoriamente flatulente) e gli disse: "Vedi? Non è successo nulla di grave".

3. La Rivelazione

Cratete spiegò che la vergogna di Metrocle derivava dalle false convenzioni sociali, non dalla natura umana, convincendolo ad abbracciare la filosofia cinica.

4. Il Gesto Simbolico

Metrocle bruciò tutti i suoi scritti retorici, dichiarando: "Queste sono le vane chimere che mi hanno allontanato dalla verità".

5. La Nuova Vita

Adottò lo stile di vita cinico, rinunciando alle ricchezze e vivendo in povertà volontaria con Cratete e sua sorella Ipparchia.

Critica alla Retorica

Metrocle sosteneva che la retorica tradizionale fosse vuota e ingannevole, preferendo un linguaggio diretto e sincero, tipico dello stile cinico.

"La vera eloquenza consiste nel dire ciò che si pensa e nel pensare ciò che si dice."
- Metrocle secondo Diogene Laerzio

Liberazione dalle Convenzioni

Insegnava che la vera libertà si ottiene liberandosi dalla vergogna imposta dalla società e accettando la natura umana in tutte le sue manifestazioni.

Autosufficienza

Come tutti i cinici, Metrocle promuoveva l'autarchia (autosufficienza) e la riduzione dei bisogni al minimo indispensabile.

Unione di Teoria e Pratica

Insisteva sull'importanza di vivere secondo i principi filosofici, non solo di professarli a parole.

Nella Scuola Cinica

Metrocle contribuì a diffondere il cinismo attraverso:

  • La sua conversione, divenuta un esempio della trasformazione possibile attraverso la filosofia
  • L'introduzione di sua sorella Ipparchia alla vita cinica
  • Gli scritti che influenzarono i cinici successivi

Nella Filosofia Successiva

Il suo approccio anti-accademico e basato sull'esperienza anticipò elementi dello stoicismo e dello scetticismo.

"La storia di Metrocle dimostra come un apparente fallimento possa diventare l'inizio di una vita autentica."
- Michel Foucault, filosofo moderno

Nella Cultura Moderna

La sua vicenda è stata interpretata come:

  • Un esempio di resilienza e trasformazione personale
  • Una critica alle ipocrisie sociali
  • Un modello di autenticità esistenziale
"Ho sprecato molto tempo nell'arte di dire bene le cose false, ora imparo l'arte di dire male le cose vere."
- Dopo la conversione al cinismo
"La vergogna è la catena più pesante, perché è fatta di aria."
- Sull'incidente che cambiò la sua vita
"Meglio un peto libero che un discorso imprigionato nelle convenzioni."
- Risposta a chi lo prendeva in giro
"Non esistono fallimenti, solo lezioni troppo costose."
- Sul valore degli errori