Kazimierz Kotarbiński (1886-1981)
Kazimierz Kotarbiński nacque il 31 marzo 1886 a Varsavia, allora parte dell'Impero Russo, e morì il 3 ottobre 1981 a Varsavia, Polonia. Fu un eminente filosofo, logico e uno dei principali rappresentanti della Scuola di Leopoli-Varsavia.
Kotarbiński studiò filosofia all'Università di Leopoli sotto la guida di Kazimierz Twardowski, completando il suo dottorato nel 1912. In seguito divenne professore all'Università di Varsavia, dove insegnò per molti anni.
Durante la sua lunga carriera accademica, Kotarbiński ricoprì numerosi incarichi prestigiosi, tra cui quello di rettore dell'Università di Łódź (1945-1949) e presidente dell'Accademia Polacca delle Scienze (1957-1962).
Kotarbiński è principalmente noto per aver sviluppato la filosofia del reismo (o concretismo), una teoria che sostiene che solo gli oggetti concreti esistono realmente. Secondo questa visione, tutti i termini astratti dovrebbero essere ridotti o tradotti in termini che si riferiscono a oggetti concreti.
Una conseguenza estrema del reismo è il pansomatismo, la tesi che tutto ciò che esiste è corporeo. Kotarbiński sosteneva che anche le menti e gli eventi mentali sono in realtà corporei, sebbene questa posizione sia stata successivamente mitigata.
Kotarbiński sviluppò anche la praxiologia, una teoria generale dell'azione efficiente che studia i principi dell'agire efficace. Questa disciplina ha avuto applicazioni in economia, management e teoria delle organizzazioni.
Kotarbiński ebbe un'influenza significativa sulla filosofia polacca del XX secolo, formando numerosi studenti che avrebbero poi sviluppato le loro carriere filosofiche. La sua enfasi sulla chiarezza concettuale e sul rigore logico caratterizzò l'approccio analitico della Scuola di Leopoli-Varsavia.
Le sue teorie praxiologiche influenzarono notevolmente l'economista e storico dell'economia Oscar Lange, nonché altri teorici dell'organizzazione e del management. La praxiologia di Kotarbiński è considerata un precursore della moderna teoria delle decisioni e dell'analisi organizzativa.
Anche se alcune delle sue tesi più radicali (come il pansomatismo) non sono state ampiamente adottate, il suo approccio metodologico e la sua insistenza sulla chiarezza semantica rimangono influenti nella filosofia analitica contemporanea.