Leszek Kołakowski nacque il 23 ottobre 1927 a Radom, in Polonia. La sua vita riflette le contraddizioni e i drammi dell'Europa del XX secolo:
Vive l'occupazione nazista, perdendo il padre, membro della resistenza
Si iscrive all'Università di Łódź, aderendo al Partito Comunista
Ottiene il dottorato con una tesi su Spinoza
Espulso dal Partito Comunista per le sue critiche al regime
Costretto all'esilio dopo le proteste studentesche
Pubblica "Correnti principali del marxismo", la sua opera magna
Muore il 17 luglio a Oxford, dove insegnava
"La storia ci insegna che non impara nulla dalla storia."
Kołakowski rappresenta un raro esempio di intellettuale che seppe evolvere dal marxismo ortodosso a una critica radicale di ogni totalitarismo, senza mai perdere la profondità analitica.
L'opera più celebre di Kołakowski, "Correnti principali del marxismo" (1976-1978), rappresenta una critica sistematica al pensiero marxista:
Nonostante la critica radicale, Kołakowski riconosceva al marxismo il merito di aver sollevato importanti questioni sociali e filosofiche.
"Il marxismo è stata la più grande fantasia del nostro secolo... una fantasia che si è trasformata in un mostro."
Kołakowski sviluppò un'originale riflessione sul fenomeno religioso, caratterizzata da:
Rifiutava sia la fede dogmatica sia il materialismo ateo, proponendo invece:
"La domanda 'Dio esiste?' è meno importante della domanda 'Che tipo di Dio potrebbe esistere?'"
Al centro del pensiero di Kołakowski sta la difesa della libertà individuale contro ogni forma di totalitarismo:
Kołakowski analizzò i pericoli delle ideologie totalitarie, sostenendo:
"La libertà è il valore supremo, perché senza libertà non possiamo realizzare nessun altro valore."
Kołakowski univa profondità filosofica a una straordinaria chiarezza espositiva:
Questa combinazione rende le sue opere apprezzabili sia dagli specialisti che dal pubblico colto.
Kołakowski è considerato uno dei più importanti pensatori del XX secolo:
Il suo pensiero continua a ispirare:
"Il compito della filosofia non è rispondere alle domande, ma renderci consapevoli della loro profondità."