Roman Ingarden (1893-1970)
Roman Witold Ingarden nacque il 5 febbraio 1893 a Cracovia, allora parte dell'Impero Austro-Ungarico, e morì il 14 giugno 1970 nella stessa città. Fu uno dei più importanti filosofi polacchi del XX secolo e principale rappresentante della fenomenologia in Polonia.
Studiò filosofia a Leopoli con Kazimierz Twardowski e a Gottinga con Edmund Husserl, di cui divenne allievo prediletto. Nel 1918 conseguì il dottorato sotto la guida di Husserl con una tesi su Henri Bergson. Dopo vari incarichi accademici, divenne professore all'Università di Leopoli nel 1933 e successivamente all'Università Jagellonica di Cracovia dopo la seconda guerra mondiale.
Ingarden sviluppò un'originale fenomenologia dell'opera d'arte, analizzando la struttura ontologica delle opere letterarie, pittoriche e musicali. Distinse tra l'opera d'arte come oggetto intenzionale e la sua concretizzazione nella coscienza del fruitore.
1. Strati delle parole e dei suoni
2. Strati dei significati
3. Strati degli oggetti rappresentati
4. Strati degli schematizzati aspetti visualizzati
Nella sua opera principale "Il controverso problema dell'esistenza del mondo" (1947-48), Ingarden sviluppò una complessa ontologia che distingue tra diversi modi di esistenza: reale, ideale e puramente intenzionale.
La sua estetica fenomenologica esplora il rapporto tra l'opera d'arte e la sua concretizzazione da parte del fruitore, introducendo concetti come "luoghi di indeterminazione" e "qualità metafisiche".
Consegue il dottorato sotto la guida di Husserl con una tesi su Bergson
Pubblica "Das literarische Kunstwerk" (L'opera d'arte letteraria), fondamento della sua estetica
Pubblica "Spor o istnienie świata" (Il controverso problema dell'esistenza del mondo), sua opera ontologica principale
Inizia a pubblicare i suoi studi sull'ontologia dell'opera musicale
Pubblica "Studi di estetica", sintesi del suo pensiero sull'arte
Completa la sua analisi fenomenologica dell'architettura
L'opera di Ingarden ha avuto un impatto significativo su diverse discipline:
La sua analisi stratificata dell'opera letteraria ha influenzato la scuola della Ricezione (Iser, Jauss) e la teoria del lettore implicito.
Pur critico verso l'idealismo di Husserl, Ingarden sviluppò una versione realista della fenomenologia che influenzò pensatori come Edith Stein e Dietrich von Hildebrand.
I suoi concetti di "luoghi di indeterminazione" e "concretizzazione" sono diventati strumenti fondamentali per l'analisi dell'esperienza estetica.