"Colui che preservò il Giardino di Epicuro e ne diffuse la dottrina con fedeltà e innovazione"
Nascita a Mitilene, nell'isola di Lesbo
Incontro con Epicuro e conversione alla filosofia epicurea
Trasferimento ad Atene nel Giardino di Epicuro
Successione a Epicuro come capo della scuola epicurea
Morte a Atene, dopo aver guidato la scuola per circa 20 anni
"Ermarco non fu semplicemente un discepolo, ma il custode fedele della dottrina epicurea, che difese dagli attacchi esterni e preservò per le generazioni future."
Ermarco sviluppò e sistematizzò gli insegnamenti del maestro:
I suoi contributi originali includono:
"La giustizia non esiste di per sé, ma solo in relazione all'utilità reciproca degli uomini riuniti in società."
Delle sue opere restano solo frammenti e testimonianze indirette:
Corrispondenza con altri epicurei su questioni dottrinali
Trattato sull'origine contrattualista della giustizia
Opera polemica contro le teorie empedoclee
Sintesi della dottrina epicurea per i nuovi discepoli
Secondo le testimonianze antiche:
"Scrisse con chiarezza e precisione, più attento alla sostanza che all'ornamento retorico, secondo lo spirito del Giardino."
La sua direzione assicurò la continuità dell'epicureismo:
Riscoperto come figura chiave per:
"La sua teoria contrattualista della giustizia anticipa elementi del pensiero di Hobbes e Rousseau, mostrando la modernità dell'epicureismo antico."
Il suo pensiero offre spunti per:
"Come insegnava Ermarco, la saggezza non sta nel possedere molto, ma nel desiderare poco e godere profondamente di ciò che si ha."