Pioniere della filosofia del linguaggio ordinario e della teoria degli atti linguistici
John Langshaw Austin (1911-1960) è stato un filosofo britannico, figura centrale della filosofia del linguaggio ordinario e pioniere della teoria degli atti linguistici. Il suo approccio rivoluzionario ha trasformato lo studio del linguaggio, dimostrando come le distinzioni sottili del linguaggio quotidiano possano risolvere problemi filosofici apparentemente insolubili.
J.L. Austin (1911-1960), filosofo britannico
Nato a Lancaster nel 1911, Austin studiò classici e filosofia al Balliol College di Oxford. Dopo aver servito nell'intelligence britannica durante la Seconda Guerra Mondiale, tornò a Oxford dove divenne White's Professor di Filosofia Morale. Austin fu una figura centrale nel circolo filosofico di Oxford, noto per il suo rigore analitico e il suo approccio meticoloso al linguaggio ordinario.
Austin criticava la tradizione filosofica per la sua tendenza a creare problemi artificiali attraverso un uso impreciso del linguaggio. La sua filosofia del linguaggio ordinario sosteneva che le distinzioni sottili presenti nel linguaggio quotidiano contenessero una saggezza accumulata nei secoli, capace di risolvere molti problemi filosofici.
Il metodo di Austin prevedeva:
Questo approccio "fenomenologico" al linguaggio rappresentava un'alternativa sia alla filosofia idealista continentale che all'analisi logica del primo Wittgenstein.
La teoria degli atti linguistici, esposta nelle lezioni di Harvard raccolte in "Come fare cose con le parole", rappresenta il contributo più rivoluzionario di Austin. Egli dimostrò che il linguaggio non serve solo a descrivere la realtà, ma anche a compiere azioni.
L'atto di dire qualcosa con un certo significato e riferimento. Corrisponde all'aspetto puramente descrittivo del linguaggio.
Ciò che facciamo nel dire qualcosa (promettere, avvertire, ordinare, ecc.). Rappresenta la forza dell'atto linguistico.
Gli effetti che produciamo dicendo qualcosa (persuadere, spaventare, convincere, ecc.).
Austin distinse inoltre tra enunciati constatativi (che descrivono stati di cose) e performativi (che compiono azioni). Successivamente abbandonò questa distinzione rigida a favore di una visione più sfumata in cui tutti gli enunciati hanno una dimensione performativa.
Enunciati che non descrivono ma compiono un'azione (es. "Ti prometto che...", "Scommetto che...").
Le condizioni affinché un atto linguistico abbia successo (autorità del parlante, contesto appropriato, procedure corrette).
I modi in cui un atto linguistico può fallire (abusi, violazioni, inosservanze delle condizioni).
La forza con cui un enunciato viene proferito (ordine, richiesta, suggerimento).
Austin applicò il suo metodo a diverse aree filosofiche, tra cui l'etica (analizzando concetti come "scusa", "errore" e "responsabilità") e l'epistemologia (studiando i verbi come "sapere", "credere" e "essere certo").
Austin pubblicò poco durante la sua vita, preferendo il dialogo diretto e le discussioni seminariali. La maggior parte delle sue opere furono pubblicate postume dai suoi allievi e colleghi.
L'influenza di Austin si estende ben oltre la filosofia del linguaggio, toccando aree come la linguistica, la giurisprudenza, la teoria letteraria e le scienze cognitive.
Allievo di Austin, sviluppò la teoria degli atti linguistici elaborando una tassonomia delle forze illocutorie e applicando la teoria alla filosofia della mente.
La teoria degli atti linguistici ha rivoluzionato la filosofia del diritto, mostrando come atti giuridici come promesse, contratti e verdetti siano essenzialmente atti linguistici.
I lavori di Austin hanno fondato la pragmatica linguistica, lo studio di come il contesto influenzi l'interpretazione del significato.
La distinzione tra atti locutori, illocutori e perlocutori ha influenzato la teoria della letteratura e gli studi sulla performatività.
1. Austin, J.L. (1962). Come fare cose con le parole. Genova: Marietti, 1987.
2. Austin, J.L. (1962). Sensi e sensibilia. Roma: Editori Riuniti, 1990.
3. Austin, J.L. (1961). Philosophical Papers. Oxford: Oxford University Press.
4. Searle, J.R. (1969). Atti linguistici. Torino: Boringhieri, 1976.
5. Warnock, G.J. (1989). J.L. Austin. London: Routledge.