Agrippa lo Scettico

I Cinque Tropi della Sospensione del Giudizio

Vita e Contesto Storico

Agrippa (I-II secolo d.C.) è stato un filosofo scettico greco, figura centrale della rinascita dello scetticismo pirroniano in età imperiale. Le informazioni biografiche su di lui sono scarse, ma il suo contributo alla filosofia scettica è immenso, specialmente per la formulazione dei cinque tropi che portano alla sospensione del giudizio (epoché).

I secolo a.C.

Enesidemo di Cnosso riformula lo scetticismo attraverso i dieci tropi

I secolo d.C.

Agrippa sintetizza i dieci tropi di Enesidemo in cinque tropi più efficaci

II secolo d.C.

Sesto Empirico cita ampiamente Agrippa nelle sue opere

Agrippa visse in un periodo di grande efervescenza filosofica, caratterizzato dal confronto tra diverse scuole di pensiero: scetticismo, stoicismo, epicureismo e neoplatonismo. Il suo lavoro rappresenta una sistematizzazione e semplificazione dei precedenti tropi scettici, rendendoli più efficaci nel confutare le pretese di conoscenza certa delle scuole dogmatiche.

I Cinque Tropi di Agrippa

Agrippa è celebre per aver sintetizzato i dieci tropi di Enesidemo in cinque argomenti più generali ed efficaci, noti come i "cinque tropi di Agrippa". Questi rappresentano le cinque vie attraverso le quale lo scettico giunge all'epoché, la sospensione del giudizio.

1. Disaccordo (Διαφωνία)

Esiste un'insanabile disaccordo tra filosofi, scienziati e persone comuni riguardo a ogni questione. Poiché non c'è criterio universalmente accettato per risolvere queste dispute, è necessario sospendere il giudizio.

2. Regressione all'infinito (Εις άπειρον εκβάλλων)

Ogni affermazione richiede una giustificazione, che a sua volta richiede un'ulteriore giustificazione, in una catena che procede all'infinito. Poiché non possiamo completare una regressione infinita, non possiamo fondare alcuna conoscenza certa.

3. Relatività (Πρός τι)

Ogni percezione e giudizio è relativo al soggetto che percepisce e giudica, all'oggetto percepito e alle circostanze in cui avviene la percezione. Non possiamo conoscere le cose come sono in sé, ma solo in relazione a noi.

4. Ipotesi arbitraria (Υπόθεσις)

I dogmatici, per evitare la regressione all'infinito, spesso assumono principi non dimostrati come punti di partenza. Ma queste ipotesi arbitrarie non hanno maggior credibilità delle ipotesi contrarie.

5. Circolarità (Διάλληλος)

Alcuni tentano di giustificare una affermazione con un'altra, che però a sua volta presuppone la prima, cadendo in un ragionamento circolare. La circolarità non fornisce una fondazione valida alla conoscenza.

"I cinque tropi di Agrippa rappresentano forse la più potente argomentazione scettica mai formulata, in grado di mettere in discussione qualsiasi pretesa di conoscenza certa e definitiva."

Il Problema del Criterio

Al centro della riflessione di Agrippa si trova il "problema del criterio", una questione fondamentale dell'epistemologia: come possiamo distinguere le affermazioni vere da quelle false? Quale criterio usiamo per giudicare?

Agrippa osserva che qualsiasi tentativo di stabilire un criterio di verità si scontra con un trilemma insolubile:

  1. Regressione infinita: Il criterio richiede a sua volta un altro criterio per essere giustificato, e così all'infinito.
  2. Circolarità: Il criterio viene giustificato attraverso ciò che dovrebbe giustificare.
  3. Ipotesi arbitraria: Il criterio viene assunto senza dimostrazione.

Questo trilemma, noto come "trilemma di Agrippa" o "trilemma di Münchhausen" (dal barone di Münchhausen che cercava di sollevarsi da solo tirandosi per i capelli), dimostra l'impossibilità di fondare ultimamente qualsiasi criterio di verità.

"Il problema del criterio sollevato da Agrippa rimane una sfida fondamentale per qualsiasi teoria della conoscenza, dall'antichità fino all'epistemologia contemporanea."

Agrippa e la Tradizione Scettica

Agrippa si colloca nella lunga tradizione scettica che risale a Pirrone di Elide (IV-III secolo a.C.) e che era stata riformulata da Enesidemo di Cnosso nel I secolo a.C. Tuttavia, il contributo di Agrippa rappresenta un significativo avanzamento nell'arsenale argomentativo scettico.

Mentre i dieci tropi di Enesidemo si concentravano principalmente sulla relatività della percezione sensibile, i cinque tropi di Agrippa attaccano il problema a un livello più profondo, mettendo in discussione la possibilità stessa di qualsiasi giustificazione razionale della conoscenza.

Questa evoluzione dallo scetticismo sensistico a uno scetticismo logico-epistemologico rappresenta una sofisticazione notevole della posizione scettica, in grado di rispondere alle obiezioni delle scuole dogmatiche, in particolare degli Stoici.

Agrippa influenzò profondamente il successivo sviluppo dello scetticismo antico, in particolare Sesto Empirico (II-III secolo d.C.), che nei suoi scritti fece ampio uso dei tropi di Agrippa, contribuendo alla loro diffusione e preservazione.

Eredità e Influenza Filosofica

L'influenza di Agrippa sulla storia del pensiero occidentale è profonda e duratura. I suoi tropi hanno rappresentato una sfida costante per qualsiasi filosofia che pretenda di raggiungere una conoscenza certa e fondata.

Nell'epistemologia contemporanea, il problema sollevato da Agrippa è noto come "problema della regressione epistemica" ed è al centro del dibattito tra fondazionalismo, coerentismo e infinitismo.

Alcune delle posizioni filosofiche che hanno cercato di rispondere alla sfida di Agrippa includono:

  • Il fondazionalismo: Tentativo di identificare credenze auto-giustificanti che possano fungere da fondamento alla conoscenza.
  • Il coerentismo: Teoria secondo cui la verità di una credenza dipende dalla sua coerenza con un sistema di credenze.
  • L'infinitismo: Posizione che accetta la regressione infinita delle giustificazioni.
  • Il contextualismo: Approccio secondo cui gli standard di giustificazione variano a seconda del contesto.
  • L'epistemologia naturalizzata: Tentativo di studiare la conoscenza in termini scientifici e naturalistici.
"Agrippa anticipò di millenni problemi che sarebbero diventati centrali nell'epistemologia contemporanea, dimostrando una profondità di pensiero straordinaria."

Agrippa e la Crisi della Modernità

La riscoperta dello scetticismo antico durante il Rinascimento e l'Età Moderna portò a una rivalutazione delle argomentazioni di Agrippa. I suoi tropi influenzarono pensatori come Michel de Montaigne, René Descartes e David Hume, contribuendo allo sviluppo della filosofia moderna.

Descartes, nella sua ricerca di una fondazione certa della conoscenza, affrontò direttamente la sfida scettica cercando un principio indubitabile (il "cogito") che potesse resistere ai dubbi sollevati dagli scettici.

Hume, da parte sua, sviluppò una forma di scetticismo moderato che, pur riconoscendo la forza delle argomentazioni scettiche, suggeriva di basare la conoscenza sull'abitudine e sull'esperienza piuttosto che su fondamenti razionali assoluti.

Nel Novecento, il problema della giustificazione epistemica sollevato da Agrippa è tornato al centro del dibattito filosofico, influenzando pensatori come Ludwig Wittgenstein, W.V.O. Quine e molti altri.

Anche nella filosofia della scienza contemporanea, le argomentazioni di Agrippa trovano eco nel problema della sottodeterminazione delle teoria scientifiche e nel dibattito sul cambiamento dei paradigmi scientifici.